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L'Arco Calabro è interpretato come un frammento di una catena alpina Europa-vergente, formato da piu falde sovrapposte derivanti dalla litosfera continentale ed oceanica africana, sovrascorse nel Miocene inferiore sulla catena appennino-maghrebide Africa-vergente. Durante il Neogene, l'Arco Calabro subisce una serie di fasi tettoniche distensive e trascorrenti collegate all'inizio dell'apertura del Mar Tirreno. A seguito di tali deformazioni 1'Arco Calabro risulta segmentato da importanti sistemi di faglie organizzati secondo sistemi longitudinali e trasversali rispetto alle direttrici strutturali della catena calabra, fig. 4. I due sistemi di faglie sono i principali responsabili dell'apertura di importanti bacini sedimentari continentali e marini, sia longitudinali (bacino del Crati, del Mesima, di Crotone-Capo Spartivento, di Paola-Gioia) sia trasversali (fossa del basso Crati-Sibari, fossa di Catanzaro, fossa di Siderno). Durante il Quaternario la catena calabra è caratterizzata da una tettonica estensionale, che determina movimenti normali su tutte le preesistenti strutture. Il sollevamento tettonico è ancora attivo e ciò è testimoniato dall'intensa attività sismica della regione.
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