L' AMBIENTE

 

La geologia

L' AMBIENTE

La geologia

       L'Arco Calabro è interpretato come un frammento di una catena alpina Europa-vergente, formato da piu falde sovrapposte derivanti dalla litosfera continentale ed oceanica africana, sovrascorse nel Miocene inferiore sulla catena appennino-maghrebide Africa-vergente.

       Durante il Neogene, l'Arco Calabro subisce una serie di fasi tettoniche distensive e trascorrenti collegate all'inizio dell'apertura del Mar Tirreno.

       A seguito di tali deformazioni 1'Arco Calabro risulta segmentato da importanti sistemi di faglie organizzati secondo sistemi longitudinali e trasversali rispetto alle direttrici strutturali della catena calabra, fig. 4. I due sistemi di faglie sono i principali responsabili dell'apertura di importanti bacini sedimentari continentali e marini, sia longitudinali (bacino del Crati, del Mesima, di Crotone-Capo Spartivento, di Paola-Gioia) sia trasversali (fossa del basso Crati-Sibari, fossa di Catanzaro, fossa di Siderno).

       Durante il Quaternario la catena calabra è caratterizzata da una tettonica estensionale, che determina movimenti normali su tutte le preesistenti strutture. Il sollevamento tettonico è ancora attivo e ciò è testimoniato dall'intensa attività sismica della regione.

 

Fig. 4 - Schema di segmentazione a blocchi dell' Arco Calabro-Peloritano. 1) bacini peri-tirrenici di Paola, Gioia e Cefalù; 2) Monti Nebrodi, Baronie e Madonie; 3) bacini di Crotone-Capo Spartivento (peri-ionici), e di Caltanissetta-Castelvetrano; 4) Monti Sicani; 5) fossa Catania-Gela; 6) Monti Iblei; 7) Catena Costiera calabra, Capo Vaticano, Monti Pelorilani; 8) fosse dell'Alto Crati, del Mesima e di Gioia Tauro; 9) Sila Serre, Aspromonte; 10) fossa del Basso Crati-Sibari; 11) fossa di Catanzaro; 12) fossa di Siderno; 13) fossa di Messina; 14) gruppo del Pollino (da Ghisetti, 1979,modificata).

 

 

 

 

Pag 3/3