L' AMBIENTE |
Il clima |
L'intrusione di masse d'aria fredda che si scontrano con l'aria calda stazionaria sul bacino mediterraneo, può determinare il rapido sviluppo di locali depressioni tirreniche, che possono assumere notevole intensità e, nel loro movimento verso levante, apportare sulla penisola condizioni di forte maltempo. Queste rappresentano le depressioni più comuni del Mediterraneo. Alcune volte i due anticicloni si saldano, il Mediterraneo resta così separato dalla circolazione della media Europa e può divenire sede di depressioni che si sviluppano sottovento alla catena dell'Atlante e spesso raggiungono un grado d' intensità tale da causare intenso mal tempo sull'Italia, specialmente nel sud. Infine, alcune depressioni atlantiche penetrano nel Mediterraneo dallo Stretto di Gibilterra, ma raramente sono in grado di apportare fenomeni intensi. A primavera (marzo, aprile, maggio) il tempo diviene meno rigido, meno umido, ma molto più instabile. Le depressioni si presentano più a Nord e interessano generalmente le regioni settentrionali. A queste depressioni si alternano piccoli anticicloni secondari, come risultato di alcune puntate sull'Europa centrale dell'anticiclone delle Azzorre, il cui movimento verso levante in primavera è facilitato dal ritiro dell'anticiclone russo. In estate (giugno, luglio, agosto) si nota una maggiore frequenza dell'anticiclone delle Azzorre che si estende verso levante. La pressione atmosferica risulta allora distribuita uniformemente su tutto il mediterraneo e i venti assumono regime di brezza; non è però escluso il caso di sviluppi ciclonici anche in estate, prevalentemente dovuti all'eccessivo riscaldamento del suolo. Infine, in autunno (settembre, ottobre, novembre) si osserva un ritirarsi dell'anticiclone delle Azzorre ed un avanzare di quello russo-siberiano e lo spostamento di entrambi verso sud. Queste condizioni permettono l'ingresso di masse d'aria fredda continentale da nord-est che portano maltempo su tutto l'Adriatico sino al mar Ionio e l'avanzare di depressioni di origine africana che si localizzano sul mare Egeo e possono originare fenomeni talvolta molto intensi sullo Ionio. |
Il clima calabrese, come quello di tutta la penisola italiana, è determinato dai moti e dalle reciproche interazioni delle masse d'aria secondo le dinamiche descritte, ma presenta caratteri peculiari ed anomali rispetto al generale contesto dell'Italia meridionale, infatti i fenomeni osservati a meso scala vengono profondamente influenzati e modificati dalla struttura fisica del territorio. In Calabria l'evoluzione geologico-strutturale ha sviluppato un articolato sistema orografico caratterizzato da notevoli quote e ragguardevoli pendenze. Il clima, di conseguenza è fortemente dipendente dalla complessità e dall'imponenza del sistema morfologico. La catena Appenninica meridionale divide il territorio in due versanti: tirrenico e ionico. I due versanti presentano differenti regimi pluviometrici; quelli ionici sono caratterizzati da perturbazioni meno frequenti, ma spesso molto intense soprattutto nel periodo autunno-inverno, i versanti tirrenici sono invece sede di perturbazioni più frequenti e meglio distribuite, soprattutto nel periodo invernale-primaverile. Il versante Ionico, quindi, presenta precipitazioni più brevi ed intense; ciò contribuisce a spiegare i gravi problemi] idrogeologici di questo versante; inoltre la differente distribuzione stagionale delle precipitazioni e la sua influenza sulle riserve idriche del suolo, accentuano le differenze bioclimatiche dei due versanti, influenzando fortemente l'agricoltura. Tali differenze nella distribuzione delle piogge sono accentuate da differenze nei regimi termici; infatti ove 1'orografia pone ostacoli maggiori, si innescano fenomeni di tipo Fohen che, in concomitanza di precipitazioni su un versante, provocano un riscaldamento sul versante opposto.
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