Sulla terraferma, la falda freatica subisce anch'essa delle oscillazioni, determinando condizioni ambientali (zone paludose e acquitrinose) poco favorevoli allo sviluppo di attività antropiche. Infatti l'ambiente deposizionale è di tipo palustre-lagunare nelle zone più interne (sinistra idrografica del Fiume Crati) ed evolve a litorale verso le zone più prossime alla linea di costa e anche in destra idrografica del Fiume Crati. La coltre alluvionale, il cui spessore varia da 100 a 400 m spostandosi da Nord verso Sud, è costituita da sabbie argillose ed argille limose o da sabbie o, infine, da materiale più grossolano.

 

 

      Lungo la fascia sud-occidentale della Provincia pedologica affiorano depositi pliocenicoquaternari interessati da complessi sistemi di superfici  terrazzate. Tali lembi di terrazzo sono di origine marina, per lo più di età siciliana e milazziana, associati  a depositi fluviali, entrambi generalmente arrossati e costituiti da elementi poligenici, con matrice arenacea e sabbiosa, talora fortemente cementati da soluzioni calcaree.

   

 

        L'uplift regionale compensa, in parte, la relativa subsidenza della Piana di Sibari, che presenta, così, un tasso di  sollevamento di molto inferiore rispetto alle aree circostanti (Sila e Pollino). Il sollevamento regionale ha generato delle forme di smantellamento, nonché delle forme di accumulo  rappresentate da coni di deiezione posizionati allo sbocco dei  torrenti nelle valli. Un esempio è dato dal Torrente Raganello  che, con il passare del tempo, ha creato nell'alta Piana di Sibari un grande cono di deiezione asimmetrico, costituito da un accumulo di detriti, che si spinge fino alla linea di costa. L'idrografia superficiale della Piana di Sibari è legata essenzialmente all'azione del Fiume Crati che si apre un varco verso il mare dal cuore della Sila, da cui giunge ingrossato da una serie di affluenti tra cui va ricordato il Coscile che, a 10 km dalla foce, si unisce al Fiume Crati per poi sfociare nel Mare Ionio. Procedendo verso Nord si incontrano il Torrente Raganello, la Fiumara Saraceno dall'ampio letto alluvionale, la Fiumara Avene, la Fiumara Straface e la Fiumara Amendolara. Verso Sud l'idrografia superficiale riprende con piccoli torrenti regimati nel tratto terminale (T. Malfrancato, Coriglianeto, Gennarito, Cino). Il limite meridionale dell'area è rappresentato dalla pianura alluvionale del Fiume Trionto, il cui alveo raggiunge un'ampiezza massima di circa 1 km.

            

 

 

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