Regione pedologica (Soil Region) 62.3
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PROVINCIA PEDOLOGICA 10 FASCIA COSTIERA CAPO VATICANO - VIBO MARINA |
TERRAZZI ANTICHI POSTI A QUOTE < DI 300 m s.l.m.. CON VERSANTI DA MODERATAMENTE ACCLIVI AD ACCLIVI. SUBSTRATO: ROCCE IGNEE DEL PALEOZOICO E RICOPRIMENTO GROSSOLANO DEL QUATERNARIO. USO DEL SUOLO PREVALENTE: COLTURE ORTICOLE, OLIVETO E SEMINATIVO. |
Geografia e geomorfologia |
Si estende lungo la fascia costiera del Basso Tirreno tra l'estremo Sud del Golfo di S. Eufemia Lamezia ed il promontorio di Capo Vaticano e, verso l'interno, comprende la successione di terrazzi di origine marina posto fino a 300 m s.l.m.. L'area ha un'estensione complessiva di circa 8000 ha, è lunga 35 km e raggiunge l'ampiezza massima (6.2 km) in corrispondenza del centro di Porto Salvo, ad Ovest di Vibo Valentia, mentre presenta l'ampiezza minima di 1 km nella sua porzione più meridionale, nei pressi di Ioppolo.
Nell'area affiorano sporadicamente rocce granitiche e granodioritiche del Paleozoico, sabbie grossolane bruno-chiare o biancastre e calcare evaporitico del Miocene e ricoprimenti pleistocenici di diversa granulometria. Si possono distinguere due grandi ambienti separati dalla direttrice ideale che va da Potenzoni a Punta Zambrone. A sud di tale direttrice le rocce del Paleozoico affiorano su tutte le scarpate che separano i terrazzi. Si tratta di rocce cristalline a struttura granulare, a grana media e grossolana, ricche di biotite, molto spesso attraversate da filoni pegmatitici. I sedimenti sabbiosi del Miocene affiorano limitatamente alla zona costiera che va da Tropea a S. Domenica, nelle scarpate sovrastanti Fitili e Daffinacello, nonché in quella che doveva essere un'antica zona depressa che va da Spilinga a Brivadi, attualmente incisa dalla fiumara della Ruffa. Il Pleistocene è rappresentato da sabbioni bruno-ossastri e conglomerati che nella maggior parte dei casi poggiano direttamente sulle rocce del basamento. |
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A nord della direttrice suddetta le rocce ignee del basamento appaiono ricoperte da potenti formazioni mioceniche, spesse 150-200 m, costituite da sabbie da quarzoso grossolane a calcaree, sovente associate a materiale di origine evaporitica, e dal sovrastante calcare evaporitico, che si ritrova puro o s abbioso, compatto o cavernoso. I sedimenti olocenici sono di limitata estensione ed affiorano esclusivamente nell'attuale pianura costiera.Dal punto di vista morfologico, l'elemento caratterizzante l'intera area è rappresentato dalla successione di terrazzi marini, posti a diverse quote, che seguono parallelamente la linea di costa. Risultano particolarmente evidenti nella parte centrale della Provincia pedologica 10 (Ciaramiti, S. Domenica, Tropea, S. Costantino), dove spesso sono delimitati da scarpate, ma sono riconoscibili anche nelle zone a morfologia meno accidentata, nella porzione settentrionale (Pannaconi, Briatico, Paradisoni) ed in quella meridionale (Ricadi, S. Nicolò) dell'area. Si tratta di piattaforme, in alcuni casi di modesta estensione, modellate dal moto ondoso durante diverse fasi di stasi che intervallavano periodi di intenso sollevamento. Fenomeno, quest'ultimo ancora in corso come dimostrano, tra l'altro, i caratteristici segni lasciati da organismi marini a diversi metri di altezza sulla scarpate di Capo Vaticano. I corsi d'acqua sono tutti di modesta entità, a carattere torrentizio. Procedendo da Nord verso Sud si incontrano le fiumare Trainiti, Franconi, Murria, Lumia, Vitranu e Ruffa. Le loro caratteristiche principali consistono nella brevità del corso e nella variazione del regime, con portate salienti da fine ottobre a marzo e molto modeste nel periodo estivo, quando si riducono a esigui ruscelli. Nel loro corso incidono il territorio formando caratteristiche valli a "V" che tagliano trasversalmente i terrazzi e si riversano nel Mar Tirreno, formando quasi esclusivamente zone di erosione e non di accumulo, a testimonianza del fatto che l'area si trova ad uno stadio giovanile del ciclo erosivo.
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