I Suoli

 

       Gran parte del territorio della Provincia pedologica 15 è interessato da rilievi con versanti acclivi e molto acclivi che localmente diventano pareti subverticali con impluvi che scorrono in strettissime gole tra pareti scoscese di calcare dolomitico.

       In questo ambiente una prima distinzione, in termini di evoluzione di suoli, va fatta fra tipologie evolute su scisti filladici e quelle evolute su roccia calcarea. Nel primo caso la presenza di un orizzonte sottosuperficiale di alterazione (orizzonte cambico) associato ad un basso grado di saturazione in basi ne determina la collocazione tassonomica nel "grande gruppo" dei "Dystrudepts" della Soil Taxonomy. Sono suoli moderatamente profondi, a tessitura franco sabbiosa o franco argillosa, con scheletro frequente, non calcarei, a reazione acida.

       I versanti a substrato calcareo si caratterizzano per la presenza di estesi affioramenti rocciosi che si alternano ad aree a vegetazione forestale. In questo caso l'evoluzione dei suoli è legata al processo di dissoluzione delle rocce carbonatiche, per azione dell'acido carbonico contenuto nelle acque meteoriche e all'accumulo dei residui insolubili costituiti in parte da argille più o meno ricche di ossidi e sesquiossidi di ferro e di alluminio. Si tratta di un processo molto lento che porta alla differenziazione di un orizzonte di superficie generalmente sottile, che poggia direttamente sul substrato pedogenetico (Lithic Hapludolls).

       Soltanto nelle aree più conservate di questi ambienti  è possibile riscontrare nel profilo evidenze di lisciviazione dell'argilla con differenziazione di un orizzonte di accumulo (Lithic Argiudolls).

       Nelle parti basse dei versanti si accumula, generalmente, il materiale pedogenizzato sui versanti stessi che, associato ai detriti di falda, dà origine a tipologie di suolo ricche di scheletro (famiglia tessiturale “Loamy skeletal”).

      

 

       Un'area a sé, nell'ambito della Provincia pedologica, è rappresentata dall'antico bacino di sedimentazione fluvio-lacustre del Mercure. In questo ambiente si rinvengono suoli molto evoluti (Alfisuoli) sulle antiche superfici terrazzate, mentre nelle aree profondamente incise dal reticolo idrografico, dominano suoli scarsamente evoluti (Entisuoli), con l'orizzonte di superficie che poggia direttamente sul substrato costituito da materiale molto grossolano di natura calcarea e metamorfica.

       La bassa riserva idrica che accomuna gran parte dei suoli di questa Provincia pedologica è compensata dalla disponibilità di acqua meteorica durante il ciclo vegetativo. E' interessante, a tale proposito, sottolineare che i dati pluviometrici della stazione di Maratea (300 m s.l.m.) evidenziano una media annua delle precipitazioni pari a 1.350 mm, con piogge significative anche nei mesi estivi.

 

 

 

 

 

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