I suoli

 

    Nell'ambito di questo ambiente una prima distinzione deve essere fatta fra la pianura del Crati e quelle del Follone e dell'Esaro. Nella prima, bonificata nel corso del '900 i suoli conservano in larga misura le caratteristiche del substrato di origine con scarsa evoluzione pedologica. Le variazioni spaziali della granulometria consentono la distinzione di una fascia grossolana a ridosso dell'attuale alveo ed una zona centrale franca o franco limosa.

       Molto caratteristiche, in questo ambiente, sono alcune aree ad andamento meandriforme larghe da uno a qualche metro che presentano in estate una vegetazione rada e stentata rispetto alle aree circostanti. In prossimità di tali aree, che pur si presentano simili per caratteristiche superficiali dei suoli, è stata verificata la presenza di un orizzonte molto grossolano e quindi con scarsa capacità di ritenuta idrica, alla profondità di 50-60 cm. Quasi certamente corrispondono a paleoalvei degli impluvi minori che attraversavano, in alvei mutevoli, la pianura alluvionale.

       Una situazione simile è stata descritta in una zona della pianura alluvionale del Tevere dove, nella cultura popolare tali aree sono indicate come "strade delle streghe".

       Nel complesso i suoli presentano difficoltà di drenaggio anche se il fenomeno è stato parzialmente attenuato dall'abbassamento del livello del corso d'acqua principale, attraverso asportazione di materiale inerte.  Segni di idromorfia sono spesso presenti al di sotto dei 50 cm di profondità.

       Nelle pianure del Follone e dell'Esaro, a differenza di quella del Crati, i corsi d'acqua hanno inciso nei sedimenti alluvionali e scorrono attualmente incassati negli stessi al di sotto del piano di campagna.

       I suoli sono caratterizzati da processi pedogenetici generalmente più spinti rispetto ai suoli della pianura del Crati, presentano una buona strutturazione ed un profilo A-B-C con orizzonte B ben espresso. Sono quasi completamente decarbonatati, ad esclusione della fascia più prossima ai corsi d'acqua. In alcune aree manifestano moderati fenomeni vertici (fessurazioni). I colori variano da bruno a bruno rossastri. L'ambiente fisico non presenta limitazioni di rilievo allo sviluppo degli apparati radicali.

 

       Rientrano in linea di massima nell'ordine degli Inceptisuoli, una collocazione che indica una certa evoluzione, ma non così spinta da differenziare orizzonti diagnostici specifici. Sui sedimenti grossolani di natura granitica e metamorfica delle antiche conoidi i processi pedogenetici favoriti dalla permeabilità del substrato, hanno consentito la differenziazione di un orizzonte sottosuperficiale con accumulo di argilla il cui grado di espressione consente la collocazione di questi suoli nell'ordine degli Alfisuoli. Sono suoli profondi, con scheletro comune, a tessitura media, non calcarei, a reazione subacida.

 

 

 

Pag 5/6

a