Il Miocene si interrompe bruscamente nel Bacino Crotonese (fino al Golfo di Squillace), dove compare solo come piccoli lembi al margine con la Provincia pedologica 9. L'assenza di litologie mioceniche è legata alla forte ripresa dell'attività tettonica, avvenuta alla base del Pliocene, che ha determinato il collasso di buona parte del bacino e la successiva rapida ingressione dalle acque marine. Si instaurano così condizioni pelagiche ed inizia un lento accumulo di depositi argilloso-marnosi. La fine del Pliocene è segnata da un'altra ingressione marina, con la deposizione di una potente successione argillosa (Argille Marnose di Cutro). Nel periodo di basso stazionamento del mare si depositano invece calcareniti e calcilutiti bioclastiche e sedimenti più grossolani, poco coerenti, con sottili intercalazioni microconglomeratiche ben classate.
Nella Stretta di Catanzaro il Miocene affiora lungo la sponda destra del fiume Corace, in località Settingiano, dove i conglomerati sono spesso accompagnati da locali formazioni gessose. Proseguendo verso Sud i sedimenti pliocenici si adagiano alle ultime propaggini del basamento cristallino paleozoico. Il passaggio verso Sud con il Miocene avviene gradualmente con l'interposizione di locali affioramenti conglomeratici nei pressi dei piccoli centri abitati di S. Caterina sullo Ionio, Riace e Guardavalle. In destra idrografica dello Stilaro, il Miocene conglomeratico, appartenente alla Formazione di Stilo-Capo d'Orlando, viene ricoperto da un'altra unità stratigrafica, denominata informalmente "argille varicolori", costituita da una matrice prevalentemente pelitica di colore rosso-verdastro e da inclusioni di successioni quarzarenitiche e calcareo-marnose. |
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Il Miocene argilloso-arenaceo è dominante in tutta la porzione meridionale della penisola calabra ed è affiancato dal Pliocene sabbioso tra Motta S. Giovanni e Reggio Calabria. In tale zona, alle quote topograficamente più elevate, affiorano sedimenti grossolani del Quaternario che danno luogo ad una morfologia ondulata. In molti punti la Provincia pedologica giunge fino al mare degradando con rilievi a morfologia ondulata fino alla linea di costa. In tal caso si tratta di versanti a debole pendenza, con substrato argilloso-siltoso.
Le argille plioceniche, in condizioni di umidità, si presentano molto adesive e plastiche dando luogo a frequenti colamenti superficiali, mentre in condizioni asciutte sono molto tenaci. Sono tipiche di un paesaggio dolce, caratterizzato da fenomeni di erosione idrica diffusa e incanalata che asporta la copertura pedologica mettendo a nudo il substrato sottostante. Le argille policrome danno luogo invece ad un paesaggio che diventa quasi inospitale, caratterizzato da frequenti movimenti di massa ed instabilità accentuata. I depositi conglomeratico-arenacei sono invece tipici di una morfologia caratterizzata da versanti particolarmente acclivi, con pareti subverticali. L'idrografia della Provincia è legata, nella parte meridionale, all'azione di fiumare dall'alveo molto permeabile, costituito da ciottoli e ghiaie di natura prevalentemente cristallina; nella porzione settentrionale, invece, i principali corsi d'acqua che la attraversano da Ovest verso Est sono i fiumi: Ancinale, Corace, Alli, Crocchio, Tacina, Soleo, S. Antonio, Neto, Vitravo, Nicà, Trionto. |
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