Sottosistema 1.18 |
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Geomorfologia e distribuzione spaziale Comprende 22 delineazioni riconducibili ad antichi terrazzi paralleli alla linea di costa e posti a quote comprese fra 80 e 120 m s.l.m., attualmente incisi e modellati dal reticolo idrografico. L'unità, estesa 3.700 ha, interessa la zona sud della Piana di Sibari. Il substrato è costituito da depositi conglomeratico sabbiosi, bruno rossastri del Quaternario.
Uso del suolo: seminativo e frutteto Capacità d’uso: IIIs - limitazioni legate alla presenza di scheletro Suoli: Associazione di UVA 1 - AMI 1 Pedogenesi ed aspetti applicativi Nell'unità prevalgono suoli fortemente evoluti (sottounità tipologica UVA 1 - Ultic Haploxeralfs) caratterizzati, oltre che dalla presenza di un ben espresso orizzonte "argillico", dalla desaturazione del complesso di scambio. |
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Anche la colorazione bruno rossastro scura (2,5 YR 3/4) è espressione di forte alterazione biochimica, con liberazione di ferro e alluminio dai minerali primari e dispersione di ossidi e idrossidi degli stessi metalli nella massa del suolo (rubefazione). Questo processo pedogenetico è tipico di ambienti stabili dal punto di vista geomorfologico ed interessati da clima con forte alternanza stagionale. Sono suoli profondi, a tessitura moderatamente fine (franco argillosa o franco argilloso sabbiosa) e ben strutturati. Il volume di suolo esplorabile dalle radici è limitato dallo scheletro (da frequente ad abbondante). Il drenaggio è generalmente buono; tuttavia possono determinarsi localmente problemi di idromorfia temporanea al di sopra dell'orizzonte argillico. Dal punto di vista chimico sono suoli calcio carenti, a reazione da subacida ad acida con buona capacità di scambio cationico. Il contenuto in sostanza organica è generalmente basso trattandosi, molto spesso, di suoli a profilo troncato dall'erosione. Nelle aree più erose, quali le scarpate lungo le numerose incisioni e i lembi di superfici terrazzate arrotondate dall'erosione, si rinvengono i suoli AMI 1 che si caratterizzano per la tessitura grossolana e per la scarsa evoluzione pedogenetica. Si tratta, infatti, di Entisuoli (Xerorthent tipici), con scheletro da comune a frequente, non calcarei, con moderata riserva idrica e bassa capacità di scambio cationico.
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