Sottosistema 11.5 |
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Geomorfologia e distribuzione spaziale Delle numerose delineazioni che compongono l'unità (9900 ha), le più estese si rinvengono nei rilievi montuosi della Sila catanzarese. Si tratta di aree sommitali pianeggianti o di ampie valli montane il cui substrato è costituito in prevalenza da scisti e gneiss. Il paesaggio è caratterizzato da un uso agricolo estensivo (pascoli) alternato a boschi di latifoglie (faggio) e conifere (pino laricio). Anche questi ambienti, fino alla metà del secolo scorso, erano largamente destinati alla cerealicoltura (segale).
Uso del suolo: bosco di latifoglie, conifere e pascolo Capacità d’uso: IIIsc - limitazioni legate alla profondità, alla reazione ed al clima |
Pedogenesi ed aspetti applicativi Dal punto di vista tassonomico i suoli DIL 1 presentano gli stessi caratteri diagnostici della maggior parte dei suoli descritti nella Provincia pedologica 11. Anche in questo caso il clima è il fattore dominante che favorisce la formazione di un orizzonte superficiale soffice ricco di sostanza organica e di colore scuro (epipedon umbrico). Trattandosi di suoli evoluti su rocce di difficile alterazione, si caratterizzano per la presenza di scheletro di medie dimensioni, la cui quantità cresce al passaggio con la roccia madre. La struttura grumosa dell'epipedon diventa poliedrica subangolare negli orizzonti sottosuperficiali, conservando un elevato grado di aggregazione. La tessitura è generalmente franca con valori di argilla che oscillano intorno al 20%. Sono suoli moderatamente profondi e ben drenati. La moderata riserva idrica è ampiamente compensata dalla distribuzione delle piogge che garantisce una buona vegetazione naturale. Dal punto di vista chimico presentano una buona capacità di scambio cationico e reazione acida. L'uso agricolo è, anche in questo caso, limitato dalle particolari condizioni climatiche che riducono notevolmente il range di colture praticabili. I suoli COZ 1 si differenziano dai suoli appena descritti (DIL 1) per la presenza di un orizzonte di superficie di colore bruno ma non sufficientemente scuro da identificare i requisiti diagnostici dell’epipedon "umbrico". Ciò ne determina una diversa collocazione tassonomica (Typic Dystrudept piuttosto che Humic Dystrudept) |