Sottosistema 15.5 |
||
Geomorfologia e distribuzione spaziale Appartengono all'unità cartografica numerose delineazioni la cui estensione complessiva è di circa 6.200 ha corrispondenti ai versanti acclivi dei rilievi calcareo dolomitici del massiccio del Pollino. Il paesaggio si caratterizza per l'alternanza di aree con copertura vegetale forestale, il più delle volte prossime al reticolo idrografico, e da aree prive di copertura vegetale o con rada vegetazione erbacea. Si tratta di ambienti in cui la pressione antropica è decisamente limitata.
Uso del suolo: bosco di latifoglie Capacità d'uso: VIes / VIII |
Pedogenesi e aspetti applicativi La formazione dei suoli in questi ambienti è legata al processo di dissoluzione delle rocce carbonatiche e all'accumulo di residui insolubili, in parte costituito da argille. Trattandosi di un processo molto lento, in ambienti acclivi, l'equilibrio morfogenesi-pedogenesi è spostato fortemente a favore di quest'ultima con denudamento di ampie superfici. Le due sottounità tipologiche di suolo, che si rinvengono nell'unità sono accomunate dalla presenza di un orizzonte di superficie soffice, ricco di sostanza organica, di colore scuro, e con elevato grado di saturazione in basi e da un contatto litico generalmente entro 50 cm dalla superficie. Il colore bruno molto scuro dell'epipedon è frutto della combinazione del colore rosso del materiale residuale derivante dalla dissoluzione delle rocce calcaree e dei colori scuri della sostanza organica umificata e stabilizzata dall'eccesso di calcio nel mezzo. Dal punto di vista tassonomico, riscontrando l'orizzonte di superficie i requisiti diagnostici dell'epipedon "mollico", si collocano nell'Ordine dei Mollisuoli della Soil Taxonomy. La sottounità tipologica ITE 1 si caratterizza rispetto ai suoli UMO 1, per la presenza di un orizzonte sottosuperficiale di accumulo di argilla ("Argiudolls"). Questi suoli si rinvengono nelle aree tendenzialmente più stabili e possono essere considerati ad una fase evolutiva più avanzata. Nel complesso sono suoli da molto sottili a moderatamente profondi, con scheletro generalmente frequente. Sono ben drenati ed anche in questo caso la bassa riserva idrica è compensata dalla buona disponibilità di acqua meteorica durante il ciclo vegetativo. I carbonati sono stati generalmente allontananti dalla matrice ed una certa effervescenza all'HCl è da attribuire, il più delle volte, alla presenza di scheletro di piccole dimensioni di natura calcarea. Presentano reazione neutra o subalcalina. La rilevante presenza di aree prive di copertura pedologica rende evidente la vulnerabilità di questi suoli ai processi di erosione con conseguenze praticamente irreversibili. |