Sottosistema 2.10 |
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Geomorfologia e distribuzione spaziale L'unità è estesa 1200 ha e comprende un'unica delineazione. Si tratta di terrazzi antichi posti a quote comprese tra 40 e 140 m. s.l.m. delimitati a Sud dal torrente La Grazia e a Nord dall'abitato di S. Pietro Lametino. La litologia è costituita da conglomerati e sabbie bruno-rossastri. A quote comprese tra 80 e 140 m s.l.m. i terrazzi sono interessati da un ricoprimento eolico di origine vulcanica.
Uso del suolo: oliveto Capacità d’uso: IIs - limitazioni legate alla reazione Suoli: Associazione di UNO 1 - VUL 1 Pedogenesi ed aspetti applicativi I suoli UNO 1 (Typic Hapludalfs)sono molto profondi, con scheletro scarso e tessitura dell'orizzonte superficiale da franca a franco-argillosa. Il contenuto in argilla aumenta con la profondità fino a raggiungere anche il 40%. Fenomeni di illuviazione sono evidenti, a partire da 20 cm, lungo tutto il profilo e si manifestano con pellicole di argilla nei pori e sulla faccia degli aggregati. Il processo di migrazione e rideposizione dell'argilla è favorito dall'assenza di carbonati e dall'insaturazione del complesso di scambio che permette la deflocculazione e la veicolizzazione della stessa nel mezzo acquoso. I noduli e le concrezioni di FeMn sono abbondanti già a partire da 70 cm di profondità e attestano la presenza di una falda sospesa che, creando condizioni temporanee di idromorfia, favorisce il processo di solubilizzazione e riprecipitazione dei sesquiossidi. La riserva idrica disponibile, cioè la quantità di acqua compresa tra la capacità di campo e il punto di appassimento, è elevata. La sostanza organica varia da 1,4% a 2,1% con un rapporto C/N pari a 36 che è indice di un basso grado di umificazione. Il calcare attivo è sempre assente ed il pH varia da subacido a neutro.
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Nelle aree poste a quote tra 80 e 140 m s.l.m. si rinviene la sottounità tipologica VUL 1 che presenta peculiari caratteristiche, la cui presenza in Calabria non era stata ancora segnalata. Si tratta di suoli di colore bruno scuro dall'aspetto polverulento quando asciutti e con elevata capacità di ritenuta idrica (acqua a pF 4,17 sempre > 25% e a pF 2,52 generalmente > 55%), con bassa densità apparentee granulometria di difficile determinazione per la mancata dispersione del campione in esametafosfato di sodio. Le prime determinazioni di laboratorio hanno evidenziato un pH in NaF superiore a 9.5, un pH in acqua costantemente acido ed un contenuto in sostanza organica superiore al 5%. Allo scopo di approfondire le conoscenze su tali tipologie di suolo è stato avviato uno studio integrato pedologico, chimico, mineralogico e micromorfologico. Le indagini finora condotte con il coinvolgimento dell'Università degli studi di Napoli Federico II, hanno provato la genesi vulcanica di questi suoli attestata dalla mineralogia (presenza di vetri e pirosseni), dalle proprietà chimiche (elevati contenuti in Fe ed Al estratti in ossalato di ammonio acido) e micromorfologiche (isotropia della matrice) dei campioni di suolo. Ulteriori indagini consentiranno di datare e stabilire la provenienza del materiale vulcanico dal quale detti suoli si sono originati. Dal punto di vista applicativo gli Andisuoli (ordine tassonomico nel quale si collocano i suoli in questione) si caratterizzano per l'estrema porosità e la stabilità della struttura. Gli Andisuoli hanno per definizione una densità apparente inferiore a 0,9 kg/dm3. Data la grande porosità, la permeabilità e la ritenzione di acqua sono elevate. Come si può osservare dai dati del profilo rappresentativo dell'unità, questi suoli sono dei notevoli serbatoi d'acqua che, essendo ritenuta in pori di grandi dimensioni, è facilmente ceduta alla vegetazione. Il contenuto in sostanza organica è straordinariamente alto grazie alla stabilizzazione della stessa ad opera del materiale amorfo (complessi organo-minerali stabili). Anche la capacità di trattenere e scambiare gli elementi della fertilità è elevata. Complessivamente sono suoli molto fertili che sostengono una vegetazione solitamente rigogliosa. Va segnalata, tuttavia, la forte propensione alla immobilizzazione del fosforo, tipica di questi suoli. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale è necessario considerare i rischi di degrado che potrebbero derivare da una loro ulteriore acidificazione, si tratta infatti di suoli a reazione acida o subacida.
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