Sottosistema 4.8 |
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Geomorfologia e distribuzione spaziale L'unità, estesa 2.300 ha, identifica ambienti a morfologia in prevalenza ondulata, localmente con versanti acclivi, corrispondenti a scarpate di antichi terrazzi. Sono inclusi nell'unità lembi residuali di vecchie superfici terrazzate non cartografabili separatamente. Il substrato è costituito da sedimenti grossolani, non calcarei, che poggiano su argille siltose del Pliocene. Queste ultime sono poste a profondità variabile in funzione della potenza delle formazioni del Quaternario ed affiorano localmente nelle parti basse dei versanti.
Uso del suolo: oliveto, vegetazione naturale Capacità d’uso: IIs - limitazioni legate alla profondità Suoli: Consociazione di MUC 2 (85%) e CAP 1 (15%) Pedogenesi ed aspetti applicativi Nell'unità si riscontra una certa variabilità nei caratteri e nella qualità dei suoli, legata all'evoluzione geomorfologica prima descritta. Su gran parte dei versanti si rinvengono suoli a tessitura da franco sabbiosa a franco argillosa, nei quali si verificano processi di lisciviazione dell'argilla con conseguente differenziazione di un orizzonte di accumulo, non sempre sufficientemente espresso da risultare diagnostico ai fini tassonomici. Questi suoli (sottounità tipologica MUC 2 - Typic Haploxeralfs) sono generalmente privi di carbonati, anche se presentano a volte orizzonti calcarei a causa del contatto superficiale con le formazioni plioceniche. Sono suoli ben drenati con conducibilità idraulica satura moderatamente alta (> di 3,5 cm/h). La riserva idrica disponibile varia da moderata ad elevata in funzione della profondità. La prevalenza di sabbia di medie dimensioni, scarsamente coesa, rende questi suoli particolarmente erodibili. |
La reazione chimica varia da subacida a neutra e la capacità di scambio cationico è tendenzialmente bassa. La sottounità tipologica CAP 1, presente localmente sui lembi degli antichi terrazzi non cartografabili separatamente, riveste grande interesse trattandosi di un suolo particolarmente evoluto, che la tassonomia indica come "Plinthoxeralfs". La "plintite" che caratterizza questi suoli è un materiale ricco di ferro e povero di sostanza organica che include i minerali argillosi (generalmente caolinite), quarzo ed altri minerali molto resistenti.
Il processo pedogenetico che porta alla differenziazione di questi suoli, definito ferrallitizzazione comporta un'alterazione molto spinta dei materiali primari, il dilavamento dei cationi e l'allontanamento della silice, la neogenesi di argilla caolinitica e l'accumulo residuale di ossidi e idrossidi di ferro e di alluminio. Tale processo è tipico di climi tropicali e la sua evidenza, nei nostri ambienti, testimonia condizioni climatiche più calde e umide delle attuali. Dal punto di vista applicativo, essendo questo suolo poco diffuso, non riveste particolare rilievo. L'elaborazione di tutti i dati disponibili all'interno dell'unità riportata in tabella, evidenzia una certa variabilità del pH legata ai carbonati presenti nelle argille plioceniche sottostanti al parent material, che affiorano a causa dell'incisione del reticolo idrografico.
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