Sottosistema 7.2 |
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Geomorfologia e distribuzione spaziale L'unità cartografica, costituita da 17 delineazioni, si estende complessivamente 7200 ha circa. Si tratta di un'area a morfologia ondulata con pendenze sempre inferiori al 13%. Comprende anche alcune aree subpianeggianti corrispondenti ad antichi terrazzi marini, in parte smantellati, presenti sulla destra idrografica del fiume Crati, a quote comprese tra 230 e 250 m s.l.m. Il substrato è costituito da argille siltose del Pliocene inferiore.
Uso del suolo: seminativo Capacità d’uso: IIs \ IIIse Suoli: Complesso di ALA 1 \ STA 1 Pedogenesi ed aspetti applicativi La variabilità pedologica dell'unità può essere ricondotta a due diversi suoli che si distribuiscono nel paesaggio in modo regolare perché è lo stesso paesaggio che ne indirizza l'evoluzione. Nelle aree più acclivi, soggette a maggiore erosione, si rinviene il suolo ALA 1 con una debole caratterizzazione evolutiva (Inceptisuolo). Il comportamento agronomico di questi suoli è condizionato, principalmente, dalla tessitura franco-limosa, che rimane costante nei diversi orizzonti. Lo scheletro è sempre assente, la sabbia, che raramente supera il 15-20%, è costituita in gran parte da sabbia molto fine (0,1-0,05 mm) il cui comportamento è molto simile al limo. Il grado di strutturazione è buono nonostante gli alti contenuti in limo e gli elementi strutturali, grossolani o molto grossolani, risultano abbastanza porosi da garantire una buona capacità per l'aria ed un elevato volume di suolo esplorabile dalle radici. Non esistono in profondità orizzonti limitanti, salvo una diminuzione della disponibilità di ossigeno in alcuni periodi dell'anno, con conseguente riduzione dell'attività microbica e dell'assorbimento dei nutrienti. La velocità di infiltrazione è moderata (20-30 mm/h) e tende a diminuire per effetto del rigonfiamento dei colloidi che riduce il lume dei pori. La riserva idrica disponibile è molto elevata superando 2000 m3/ha nei primi 100 cm di profondità; va considerato però che in questi suoli l'acqua "facilmente utilizzabile" non supera il 40% di quella disponibile. La forte coesione degli aggregati allo stato secco e la elevata plasticità allo stato umido comportano difficoltà di esecuzione delle lavorazioni. E' importante intervenire in condizioni di umidità ottimali (condizioni di tempera asciutta) che, in questi suoli, corrisponde a contenuti di umidità compresi tra 16 e 20 %. I tempi di attesa per poter eseguire le lavorazioni dopo piogge che saturano il suolo sono piuttosto elevati superando i 5 o 6 giorni. |
Per ciò che riguarda le caratteristiche chimiche va evidenziato il contenuto relativamente alto in calcare attivo che, pur non rappresentando un limite per le colture erbacee, può condizionare la scelta dei portinnesti di alcune arboree; anche la dinamica dei nutrienti è fortemente condizionata. La reazione è alcalina, mentre i sali solubili sono scarsamente presenti. La capacità di scambio cationico può essere considerata ottimale ed il complesso di scambio è saturato in gran parte con ioni calcio; la sostanza organica oscilla in modo considerevole fra i vari punti di campionamento, pur rimanendo mediamente su valori bassi. Nelle aree a minore pendenza e nelle zone concave, di raccordo fra i modesti rilievi, si sono evoluti i suoli STA 1, profondi, a tessitura moderatamente fine, caratterizzati da forte dinamismo strutturale che si manifesta con formazione di fessure larghe alcuni centimetri e profonde circa 100 cm. Le fessure, che si formano durante la stagione asciutta in seguito al disseccamento dell’ argilla di tipo smectitico, si richiudono per effetto dell'inumidimento. Durante i diversi cicli, il materiale terroso che cade nelle fessure viene inglobato negli orizzonti profondi, con la conseguente omogeneizzazione del profilo. Tali suoli, che la tassonomia indica come Vertisuoli, hanno un comportamento idrologico, condizionato dalla presenza o meno delle fessure. La velocità di infiltrazione, ad esempio, stimata o misurata in assenza di fessure può essere di gran lunga inferiore a quella reale, infatti le fessure fungono da via preferenziale disperdendo l'acqua in profondità. Le fessure, inoltre, in fase di disseccamento, favoriscono l'evaporazione anche dagli orizzonti profondi. La scelta delle colture può essere notevolmente condizionata dal rischio di traumi all'apparato radicale delle piante arboree causati dall’alternanza dei fenomeni di rigonfiamento e disseccamento. Turni irrigui ravvicinati con volumi di adacquamento ridotti possono evitare gli effetti negativi del dinamismo. Altra caratteristica saliente è rappresentata dall'accumulo di carbonato di calcio in un orizzonte solitamente più profondo di 85 cm. Tale accumulo può creare condizioni limitanti per lo sviluppo in profondità degli apparati radicali di alcune specie. Il contenuto in sostanza organica rientra nei valori medi di riferimento e si mantiene relativamente alto anche in profondità. L’elevata capacità di scambio cationico garantisce buone condizioni di fertilità chimica.
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