Sottosistema 9.9 |
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Geomorfologia e distribuzione spaziale L'unità cartografica (28.600 ha complessivi) comprende numerose delineazioni, le più estese delle quali si rinvengono nel bacino del Mesima e nell'alto bacino del Crati. Si tratta di rilievi collinari interni, le cui quote altimetriche prevalenti oscillano fra 300 e 600 m s.l.m., con versanti generalmente acclivi. Il substrato è costituito da formazioni sabbioso conglomeratiche del periodo Plio-pleistocenico, a volte di natura calcarea. Nelle aree interessate da uso agricolo (oliveti estensivi) o nelle aree percorse da incendi sono presenti evidenti fenomeni di erosione incanalata.
Uso del suolo: macchia mediterranea con prevalenza di querce Capacità d’uso: IVe - limitazioni legate al rischio di erosione |
Pedogenesi ed aspetti applicativi La complessità pedologica dell'unità è legata alla differente natura delle litologie affioranti. I suoli GIR 2 si evolvono su formazioni sabbiose incoerenti non calcaree, mentre i suoli PIS 2 su sabbie calcaree debolmente cementate. Le due sottounità tipologiche si differenziano dai suoli GIR 1 e PIS 1 già descritti nell'unità 9.6 per maggiore acclività. Si tratta nel complesso di suoli moderatamente profondi, a tessitura franco sabbiosa, con scheletro da scarso a comune. Sono ben drenati e presentano una moderata capacità di ritenuta idrica. Il contenuto in sostanza organica rientra nei valori medi di riferimento seppur con ampie oscillazioni in funzione dell'uso del suolo e dell'intensità dei processi erosivi. Presentano forti limitazioni all'uso agricolo (IV classe della Land Capability) a causa dell'elevata erodibilità. L'analisi statistica dei dati di laboratorio disponibili evidenzia, relativamente al pH e all'effervescenza all'HCl, un'ampia oscillazioni dei valori (elevata deviazione standard) a conferma della coesistenza nell’unità dei due suoli prima descritti.
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