Le conoscenze sulle caratteristiche ecologiche e biologiche dell’ambiente costituiscono i presupposti da cui non è possibile prescindere allorché si programmino interventi sul territorio in una logica di sviluppo sostenibile. Nell’ottica di una concreta attenzione verso tali problematiche, l’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura della Calabria) già da anni opera, tramite le proprie strutture, per affinare le conoscenze sul territorio calabrese, realizzando delle banche dati geografiche e quindi delle cartografie tematiche, sulle caratteristiche chimico-fisiche dei suoli, sugli andamenti climatici e sulle specificità delle aggregazioni vegetazionali. D’altra parte il Dipartimento STAFA dell’ateneo reggino ha già prodotto ed ha in corso una serie di studi sulla flora e sulla vegetazione calabrese, finalizzati ad evidenziarne le peculiarità naturalistiche ed ecologiche e le problematiche connesse alla loro conservazione.
In questo ambito di interessi è stata realizzata una intesa tra ARSSA e Dip. STAFA con l’avvio del progetto, denominato Phytos.I.S (Phytosociological Information System), per lo studio delle peculiarità vegetazionali ed ambientali relative alle aree di maggior interesse naturalistico quali le zone protette della regione, inserite nella Rete Ecologica Regionale (parchi, riserve naturali, siti SIC, ecc.), utilizzando l’analisi fitosociologica della vegetazione e i sistemi informativi geografici per la sua rappresentazione.
La vegetazione, inoltre, consente di valutare la qualità dell’ambiente. Questo, infatti, essendo caratterizzato da una molteplicità di fattori (attività antropiche, caratteristiche ecologiche e geomorfologiche, dinamica degli ecosistemi, ecc.), trova la sua espressione più caratterizzante proprio nel tipo di vegetazione. Le comunità vegetali che si rinvengono in un’area sono il risultato delle complesse interazioni che si stabiliscono tra le caratteristiche ecologiche dell’ambiente, attività antropica compresa, e il popolamento floristico presente in quest'area. La conoscenza dettagliata della vegetazione appare quindi di fondamentale importanza per valutare in maniera obiettiva la qualità ambientale, il grado di naturalità, il livello di biodiversità, le tendenze dinamiche in atto, l’originalità fitogeografia, il valore naturalistico, ecc.
Le indagini di tipo floristico e vegetazionale sono indispensabili anche per la gestione del territorio consentendo di acquisire le conoscenze utili per la programmazione di interventi di tutela e conservazione dei biotopi e per la conduzione razionale delle pratiche agro-silvo-pastorali, che devono integrarsi nel contesto territoriale di riferimento, stante la inscindibilità ormai riconosciuta del binomio uomo – ambiente.
Pertanto, un progetto per la caratterizzazione della copertura vegetale calabrese, il rilevamento dell’uso del suolo, la restituzione dei tematismi su cartografica digitale e la predisposizione di una banca dati geografica, non solo rappresenta, in concomitanza con la già ben avviata produzione delle cartografie pedologiche, un elemento fondamentale a sostegno dell’attività dei Servizi di Sviluppo Agricolo dell’ARSSA, ma costituisce anche un potente strumento di supporto alle decisioni in ambito regionale nella pianificazione territoriale e per l'orientamento e la programmazione degli interventi in campo agronomico, forestale e paesaggistico.
In particolare, il progetto Phytos.I.S prevede lo studio della vegetazione reale e il rilevamento cartografico, a scala di dettaglio del 25.000, per le aree di maggior interesse naturalistico e vegetazionale quali le aree protette istituite o di prossima istituzione e siti SIC, aree che nel loro insieme sono inserite nella Rete Ecologica Regionale.
Il progetto, come indica il suo acronimo, si prefigge di creare un “sistema informativo fitosociologico”, mediante:
caratterizzazione su base fitosociologica della vegetazione delle aree a particolare valenza ambientale della Regione Calabria;
archiviazione delle tipologie in uno specifico database cartografico;
realizzazione mediante G.I.S. di carte della vegetazione reale;
realizzazione di una serie di carte integrate e derivate, che consentono una lettura finalizzata del territorio;
integrazione della cartografia nel Sistema Informativo Territoriale Agricolo della Calabria (SITAC), con l’inserimento di una serie di piani tematici specifici.
Nel dettaglio il progetto Phytos.I.S prevede:
rilevamento dell’uso reale del suolo e della vegetazione reale, attraverso la ortofotointerpretazione delle immagini aeree a colori e a scala 1:10.000 relative al volo ITALIA 2000
studio fitosociologico della vegetazione mediante rilievi di campagna e successiva elaborazione finalizzati a caratterizzare le tipologie di vegetazione
creazione di una banca dati inerente la descrizione dettagliata delle tipologie di vegetazione dove vengono definite le corrispondenze tra il sistema tipologico adottato e quelli utilizzati in altri contesti come nel sistema Land cover CORINE o nei sistemi di classificazione previsti dalla CEE (habitat della direttiva CEE 43/92, Habitat del manuale Corine, e habitat della classificazione EUNIS).
analisi della qualità ambientale attraverso la valutazione dei valore floristico-vegetazionale, della naturalità della vegetazione, delle fitocenosi e della flora a rischio di estinzione, del livello di biodiversità, dell’originalità fitocenotica e del il valore fitogeografico
integrazione all’interno di un sistema informativo territoriale, dei dati relativi a vegetazione reale, uso del suolo, specie e fitocenosi a rischio, clima pedologia, habitat direttiva CEE 43/92, al fine di realizzare le procedure per l’effettuazione di elaborazioni crociate, secondo le tecniche delle analisi GIS topologica e spaziale, che consentano di individuare, con criteri oggettivi, le zone a diversa valenza naturalistica e agronomica.
Il primo prodotto del progetto Phytos.I.S. è la “Carta della vegetazione reale di Monte Mancuso” (fig. 1), territorio che rappresenta l’estrema propaggine sud-occidentale della Sila Piccola localizzata sul versante tirrenico della regione tra i torrenti Savuto e Bagni. L’area interessata dallo studio ha una superficie di circa 6.275 ha, e risulta di particolare pregio ambientale per la presenza di un significativo patrimonio naturalistico, tale da giustificare, come prevede un recente progetto di legge, l’istituzione del Parco Regionale dei Monti Reventino, Mancuso e Tiriolo.
Per la realizzazione della carta della vegetazione reale è stato definito un sistema tipologico misto, basato su valutazioni di tipo fitosociologico e fisionomico. Le tipologie fitosociologiche sono state adattate, per meglio rispondere alle esigenze della scala di rappresentazione cartografica (1:25.000). In particolare, alcune tipologie di vegetazione, che per le limitate superfici occupate non sono cartografabili, sono state aggregate in unità più comprensive (alleanza, ordine o classe di appartenenza), che ne facilitano la rappresentazione cartografica. ei casi in cui si rileva un mosaico di più tipologie, che non sono cartografabili singolarmente alla scala di lavoro prescelta, si è optato per la rappresentazione del mosaico. Le valutazioni di tipo fisionomico riguardano, invece, le aree determinate dall’uso antropico (seminativi, oliveti, vigneti, ecc.).
Nel complesso, il sistema messo a punto ha portato alla definizione di 49 tipologie. In Tab. 2 sono riportate le tipologie individuate, il relativa codice gerarchizzato e la sigla utilizzata nella legenda della carta della vegetazione reale.
Per la stesura della carta della vegetazione reale sono stati utilizzati:
Carte topografiche IGMI in scala 1:25.000 (Foglio 568 Sez. II – Conflenti; Foglio 574 Sez. I – Lamezia Terme), informatizzate e georiferite;
Ortofoto a colori aggiornate (volo Italia 2000), a scala 1:10-000;
Software ArcInfo 7, ArcGis 8.2, TnSharc per la fotointerpretazione, i processi di georeferenziazione, di topologia, di geoprocessing e di analisi statistica;
GPS Garmin eTrex Vista per i controlli in campo.
La realizzazione della carta della vegetazione reale è passata attraverso le seguenti fasi:
Acquisizione della documentazione di base e degli strumenti necessari.
Analisi fitosociologica della vegetazione. Definizione e descrizione del sistema tipologico. Realizzazione del database sulle tipologie di vegetazione.
Georeferenziazione dei dati cartografici.
Fotointerpretazione delle ortofoto a colori e costruzione topologica. Nella prima fase sono stati definiti circa 1600 poligoni omogenei per cromatismo.
Restituzione sulla carta topografica IGMI (1:25.000) dei tematismi relativi ai limiti delle aree individuate sulle ortofoto aeree, definendo la carta dei fototipi.
Caratterizzazione tipologica delle aree cartografate e definizione della legenda. Ciascuna area omogenea dal punto di vista cromatico è stata attribuita ad una specifica tipologia di vegetazione.
Verifiche di campagna. La carta dei fototipi ottenuta è stata sottoposta a verifiche di campagna, volte a controllare la reale corrispondenza tra le aree cartografate e le tipologie di vegetazione.
Correzione della carta dei fototipi e realizzazione della carta della vegetazione reale. Attualmente, la carta consta di 1050 poligoni.
Database delle tipologie di vegetazione
Per ognuna delle tipologie individuate, è stata allestita una scheda (fig. 3) nella quale vengono archiviate le seguenti informazioni:
Codice/Sigla. Individua il codice utilizzato per definire le tipologie di vegetazione e la rispettiva sigla adottata nella legenda della carta della vegetazione reale.
Tipo di vegetazione reale. Individua il tipo di vegetazione con un nome italiano che ne evidenzia le specie caratteristiche
Tipo fisionomico della vegetazione. Descrive la tipologia di vegetazione con un nome italiano che ne esprime sinteticamente le caratteristiche fisionomico-strutturali.
Associazione, Alleanza, Ordine, Classe. Inquadrano la tipologia di vegetazione nel sistema fitosociologico.
Habitat Dir. CEE 43/92. Definisce, se previsto, il codice della tipologia secondo la Direttiva Habitat.
Habitat CORINE. Definisce la tipologia di vegetazione attraverso il codice CORINE adottato dalla Comunità Europea.
Habitat EUNIS. Definisce la tipologia di vegetazione attraverso il codice di classificazione degli habitat EUNIS adottato dalla Comunità Europea.
Land Cover Corine. Definisce la tipologia di vegetazione attraverso il codice del manuale Land Cover Corine, utilizzato per realizzare la carta dell’uso del suolo.
Descrizione. Fornisce informazioni sulla fisionomia e sulla struttura della vegetazione e sulle specie che la caratterizzano.
Ecologia. Fornisce informazioni sulle esigenze ecologiche della fitocenosi.
Dinamismo. Individua il ruolo assunto dalla fitocenosi nella serie dinamica di pertinenza, definendo eventuali stadi di degradazione o di evoluzione.
Fascia di vegetazione. Individua la fascia di vegetazione definita su base bioclimatica nella quale ricade la fitocenosi descritta.
Distribuzione locale. Fornisce indicazioni di massima, soprattutto range altitudinali, correlate alla possibilità di rinvenire la fitocenosi descritta.
Distribuzione generale. Fornisce indicazioni sull’areale complessivo della fitocenosi.
Problemi di conservazione. Fornisce indicazioni sulle principali cause di disturbo della fitocenosi.
Specie a rischio. Riporta, se presenti all’interno di una fitocenosi, le specie a rischio secondo le Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia (Conti et al., 1997).
Grado di naturalità. Definisce la naturalità di una tipologia di vegetazione a seconda che essa sia una fitocenosi climax (naturalità molto elevata), oppure sia più o meno conseguenza della pressione antropica (naturalità elevata, media, scarsa, molto scarsa) o, infine, sia completamente assente la copertura di vegetazione (naturalità nulla).
Le informazioni riportate nelle schede, insieme ad altre accessorie, sono state gestite con il software Access 2000 e acquisite nel Sistema Informativo Territoriale Agricolo della Calabria (SITAC).
Carta della Vegetazione Potenziale
La vegetazione presente su un territorio non è statica; nel tempo, in assenza di disturbo antropico, tende ad evolvere verso forme più complesse definite come “vegetazione climax”. Queste rappresentato delle comunità vegetali, in genere di tipo forestale, in equilibrio con i peculiari fattori ecologici che caratterizzano il sito di elezione, soprattutto di tipo climatico. Il climax viene raggiunto attraverso una serie di stadi, interconnessi fra loro, che costituiscono una serie dinamica, denominata serie di vegetazione o “sigmetum”. L’utilizzo nel GIS dei dati cartografici relativi alle vegetazione reale, agli aspetti geomorfologici, ai parametri climatici e bioclimatici, all’andamento altitudinale, permette attraverso una serie di processi di costruire la carta della vegetazione potenziale, (Fig. 4), intesa come la v egetazione che potenzialmente si insedia nel territorio in assenza dell’attuale uso antropico
Nel comprensorio di Monte Mancuso è possibile riconoscere cinque serie climatofile fondamentali: serie della lecceta con erica, serie della quercia castagnara, serie mesofila del cerro, serie meso-termofila del cerro, serie del faggio con agrifoglio. A queste si collegano quattro edafoserie principali, determinate da peculiari situazioni edafiche che impediscono il raggiungimento del climax. Si tratta delle: edafoserie iperacidofila della sughera, edafoserie igrofila dell’ontano nero, edafoserie igrofila dell’ontano nero ed ontano napoletano, edafoserie mesoigrofila dell’ontano napoletano.
La vegetazione potenziale assume un notevole significato applicativo, in quanto permette di pianificare gli interventi di restauro ambientale e di riforestazione tenendo conto delle potenzialità del territorio.
Carta della naturalità della vegetazione
Nella valutazione della naturalità della vegetazione si è tenuto conto della posizione che ciascuna tipologia di vegetazione occupa nella serie dinamica di pertinenza. Una certa tipologia di vegetazione è tanto più naturale quanto meno è interessata da disturbo antropico e, quindi, tanto più prossima alla condizione di vegetazione climax. La distanza dal climax di una fitocenosi può essere quindi utilizzata per valutarne la naturalità.
Per definire l’indice di naturalità si è utilizzata una scala di valutazione con 6 valori, ampiamente utilizzata nella letteratura geobotanica: naturalità assente - molto bassa - bassa - media - elevata - molto elevata (Fig. 5).
Carta dell’uso del suolo
Ciascuna fitocenosi ha una utilizzazione agro-silvo-pastorale che viene evidenziata nelle carte dell’uso del suolo. La realizzazione di queste carte può essere fatta attribuendo a ciascuna fitocenosi una specifica categoria d’uso (es.: pascolo, fustaia di conifere, castagneto da frutto, ceduo di leccio, coltivo seminativo, incolto, ecc.). Al fine di standardizzare la legenda della carta dell’uso del suolo, si è fatto ricorso al sistema “Land Cover CORINE”, che è quello ormai più accettato nella stesura di carte dell’uso del suolo realizzate nei vari stati dell’Unione Europea(Fig. 6).
Carta degli habitat della direttiva cee 43/93
La direttiva CEE 43/92, recepita in Italia dal D.P.R. n. 357 del 09.09.1987, ha lo scopo di conservare e salvaguardare la biodiversità mediante l’adozione di misure necessarie per mantenere e ripristinare gli habitat naturali e seminaturali (zone terrestri e marine) e tutelare le specie di flora e di fauna selvatiche nel territorio della Comunità Economica Europea.
La carta degli habitat della direttiva CEE 43/92, è stata derivata dalla carta della vegetazione reale riclassificando le tipologie di vegetazione secondo il sistema tipologico degli habitat dell’Allegato 1 alla suddetta direttiva e descritti nello specifico manuale di interpretazione.
La carta degli habitat della direttiva CEE 43/92 evidenzia l’importanza assunta nel territorio dagli habitat prioritari 9210* - Faggete degli Appennini con Taxus ed Ilex.
carta degli habitat eunis
La classificazione degli habitat secondo il manuale EUNIS è nata allo scopo di facilitare e rendere omogenea la descrizione e la raccolta di dati sugli habitat presenti in Europa, servendosi di un criterio standard per la loro identificazione. La classificazione degli habitat EUNIS costituisce un sistema integrale di classificazione più comprensivo, valido per tutta l’Europa e non solo per gli stati membri dell’UE, che copre tutti i tipi di habitat, sia naturali che artificiali, sia terrestri che delle acque dolci e salate.
Per la realizzazione della carta degli habitat EUNIS si è proceduto come per la carta della direttiva CEE 43/92.
conclusioni
In vista della prossima istituzione del Parco Regionale dei Monti Mancuso, Reventino e Tiriolo, il presente studio ha voluto fornire le basi scientifiche per una lettura del territorio finalizzata ad una gestione sostenibile del territorio e alla individuazione di ambienti e fitocenosi di maggior pregio naturalistico o particolarmente fragili da includere in programmi mirati di protezione.
Sul Monte Mancuso sono generalmente considerate di grande interesse turistico le aree rimboschite con pino calabro e con conifere esotiche che hanno scarso valore naturalistico, per la monotonia degli impianti spesso realizzati senza seguire specifici criteri scientifici.
L’analisi effettuata evidenza come siano le formazioni forestali naturali, ad assumere un elevato valore naturalistico. In particolare le faggete rappresentano uno degli habitat di maggior valore per la peculiare e ricca flora nemorale che ospitano; esse sono inoltre un habitat prioritario ai sensi della direttiva CEE 43/92. Particolare rilievo assumono i limitati lembi di boschi misti di faggio ed abete bianco e gli ambienti rivulari all’interno dell faggeta, dove è presente, l’endemica calabrese Lereschia tomasii.
Alle quote meno elevate, le cerrete e, ancora più in basso, i querceti sempreverdi, costituiscono habitat di estremo valore naturalistico per la biodiversità che custodiscono.
Sulle formazioni forestali, oltre regolamentare il taglio ed a controllare gli incendi, dovrebbero essere avviati specifici piani di intervento in modo da restaurarne le parti degradate e ampliarne le superfici, pur nel rispetto delle tradizioni agricole locali.
Complessivamente, nell’area di Monte Mancuso bisognerà prestare particolare attenzione nei riguardi di alcuni siti di particolare pregio naturalistico, per le peculiarità floristiche e vegetazionali ad essi correlate:
faggete di Monte Mancuso e Monte Castelluzzo;
faggete con Abies alba presso Fosso Cerasuolo;
leccete lungo il torrente Bagni;
vegetazione riparia dei torrenti Zinnavo e Tridattoli e del Torrente di Falerna;
vegetazione igrofila delle sorgenti della fascia montana;
stazioni di Chrysosplenium dubium e Lereschia tomasii nelle faggete di Fosso Cerasuolo;
stazioni di Cardamine battagiae sulle pendici di Monte Mancuso;
boschetti di agrifoglio in località Domenicani;
esemplari secolari di Quercus crenata .
Sarà compito del futuro Parco tutelare insieme ai beni naturalistici quelli storico-artistici, archeologici e culturali, che derivano da secoli di interazione e reciproco rispetto fra le popolazioni locali e l’ambiente che le circonda.
Domenico CARIDI (*),Giovanni MAIORCA (**), Giovanni SPAMPINATO (***).
(*) ARSSA – Settore S.T.S. – S.I.T.A.C.– Via degli Arconti, 2 - Reggio Calabria. e-mail: micaridi@tin.it
(**) ARSSA – Settore Divulgazione, Viale Trieste n. 93, 87100 Cosenza. e-mail: hemeridianum@tiscali.it
(***) STAFA - Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. e-mail: gspampinato@unirc.it