CARTA DI ATTITUDINE DEI SUOLI ALLO SPARGIMENTO DELLE ACQUE DI
VEGETAZIONE DELLA REGIONE CALABRIA
scala 1:250.000 anno 2005
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L’attività molitoria dei frantoi oleari produce mediamente, a
livello regionale, circa 800.000 m3/anno di acque di vegetazione.
La
gestione di tali reflui presenta notevoli implicazioni di carattere
ambientale, normativo ed economico. I composti presenti nelle acque
di vegetazione, che variano quantitativamente in funzione del
processo di estrazione dell’olio, sono sia di natura organica
(zuccheri, sostanze fenoliche, acidi organici, etc.) che di natura
minerale (principalmente potassio, calcio e fosforo). Pur
trattandosi di prodotti naturali, i reflui oleari devono essere
considerati inquinanti per l’elevato contenuto in sostanza organica,
la cui degradazione comporta un elevato valore di BOD e COD, per la
presenza di un elevato contenuto salino, un basso pH e per la
presenza di sostanze biotossiche con spiccata azione antimicrobica e
fitotossica. Dalla produzione di 100 litri di olio residuano fino a
500 litri di acque di vegetazione con un carico organico equivalente
a quello del refluo prodotto da 130 abitanti in un giorno. Pertanto,
sebbene le acque di vegetazione non contengano sostanze pericolose
(agenti patogeni, metalli pesanti, molecole di sintesi di accertata
pericolosità), la loro gestione pone particolari problematiche.
Negli ultimi decenni sono state condotte innumerevoli ricerche che
nel complesso non hanno fornito valide soluzioni tecnologiche ed è
emerso, in maniera sempre più evidente, che l’utilizzazione
agronomica rappresenta la più valida fra le soluzioni possibili.
Tale alternativa si muove, tra l’altro, nell’ottica di ricostruire i
cicli biologici naturali restituendo al suolo la sostanza asportata
con le produzioni. Tuttavia va evidenziato che la capacità del
“sistema suolo” di valorizzare le sostanze contenute nelle acque di
vegetazione, limitando o eliminando gli effetti negativi legati al
loro spargimento delle acque di vegetazione, varia spazialmente al
variare delle tipologie pedologiche. E’ evidente quindi la necessità
di stabilire, attraverso la valutazione di alcuni parametri
pedoambientali, la capacità di autodepurazione dei diversi suoli,
nonché la loro capacità protettiva nei confronti dei corpi idrici
sotterranei.
La “Carta di attitudine dei suoli allo spargimento delle acque di
vegetazione” in scala 1.250.000 fornisce una prima risposta a questa
problematica. La valorizzazione agronomica delle acque di
vegetazione, per una regione fortemente interessata
dall’olivicoltura con ben 160000 ha investiti a tale coltura,
rappresenta una scelta strategica fondamentale nonchè un presupposto
per la certificazione di qualità ambientale. La regolamentazione e
la pianificazione degli interventi in questo settore, con
l’indicazione di possibili soluzioni sostenibili per l’ambiente e
non penalizzanti per l’economia aziendale, possono, tra l’altro,
prevenire i fenomeni di scarico non autorizzato nell’ambiente.
L’utilizzazione agronomica delle acque reflue dei frantoi oleari
risulta essere, a livello regionale, una strada percorribile. Una
attenta valutazione di tutti i parametri pedoambientali che
interagiscono con i componenti delle acque reflue, evidenzia che in
tutti i comprensori olivicoli calabresi esistono suoli “adatti” allo
spargimento. L’estensione dei suoli è di gran lunga superiore
rispetto a quella necessaria alla distribuzione delle acque
prodotte. Anche le valutazioni effettuate a livello comunale
confermano tale dato. L’identificazione dei suoli adatti allo
spargimento dei reflui oleari fornisce gli elementi necessari per
evitare il degrado del suolo, evitare l’inquinamento dei corpi
idrici superficiali e profondi, evitare danni alle colture e non
ultimo, valorizzare un sottoprodotto naturale di sicuro interesse
fertilizzante, con particolare riferimento al contenuto in potassio.
Il lavoro, muovendo dal presupposto che l’ambiente “ricevitore”
delle acque di vegetazione varia spazialmente, evidenzia per
ciascuna tipologia di suolo, le “limitazioni” all’uso specifico. Il
tipo e l’intensità delle limitazioni indicate devono intendersi come
rischio crescente di degrado del sistema ambientale. Sulla base
delle specifiche limitazioni devono essere calibrate le strategie di
gestione dei reflui e/o dei suoli su cui effettuare lo spandimento.
Il lavoro nel complesso fornisce gli elementi conoscitivi funzionali
alla regolamentazione e alla pianificazione degli interventi in
materia. Il “Piano di spandimento” delle acque reflue previsto dalla
Legge 574/96, potrà avvalersi di una mole rilevante di informazioni
e di uno strumento cartografico che fornisce un esaustivo quadro di
riferimento. La carta di attitudine allo spargimento dei reflui,
infine, consentirà di pianificare gli interventi di monitoraggio di
medio e lungo periodo per i suoli a differente attitudine allo
spargimento.
Autori
ARSSA - Programma Interregionale Agricoltura-Qualità Misura 5
Interventi nel settore pedologico
Coordinamento: Settore Servizi Tecnici di Supporto - Francesco Longo
Realizzazione: Servizio Agropedologia - Manlio Coglitore
Responsabile Tecnico: Giovanni Aramini
Gruppo di coordinamento tecnico: Giovanni Aramini, Caterina Colloca,
Anna Maria Corea,
Raffaele Paone
Progettazione ed impostazione metodologica: G.. Aramini, C. Colloca,
A.M. Corea, R. Paone
Tematica Acque di Vegetazione
Gruppo di lavoro
UNIVERSITA’ MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA - Dipartimento di
Scienze e
Tecnologie Agroforestali e Ambientali (DISTAFA)
Vincenzo Tamburino
Santo Marcello Zimbone
Serafina Andiloro
ARSSA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo per i Servizi in
Agricoltura - Servizio
Agropedologia
Giovanni Aramini
Caterina Colloca
Anna Maria Corea
Raffaele Paone
Con il contributo di Antonella Costa*, Antonio Amato* e Chiara
Bonapace*
Hanno collaborato: Maria Vergata**, Claudia Bruno**, Cristian
Federico**
* Contrattisti a tempo determinato c/o Servizio Agropedologia
** Borsisti c/o Servizio Agropedologia
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