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Studi fitosociologici > Carte monte Mancuso
Progetto Phytos.I.S (Phytosociological Information System):
Monte Mancuso - cartografie derivate ed integrate
Carta della Vegetazione Potenziale
La vegetazione presente su un territorio non è statica; nel tempo, in assenza di disturbo antropico, tende ad evolvere verso forme più complesse definite come “vegetazione climax”. Queste rappresentato delle comunità vegetali, in genere di tipo forestale, in equilibrio con i peculiari fattori ecologici che caratterizzano il sito di elezione, soprattutto di tipo climatico. Il climax viene raggiunto attraverso una serie di stadi, interconnessi fra loro, che costituiscono una serie dinamica, denominata serie di vegetazione o “sigmetum”. L’utilizzo nel GIS dei dati cartografici relativi alle vegetazione reale, agli aspetti geomorfologici, ai parametri climatici e bioclimatici, all’andamento altitudinale, permette attraverso una serie di processi di costruire la carta della vegetazione potenziale, (Fig. 4), intesa come la v egetazione che potenzialmente si insedia nel territorio in assenza dell’attuale uso antropico
Nel comprensorio di Monte Mancuso è possibile riconoscere cinque serie climatofile fondamentali: serie della lecceta con erica, serie della quercia castagnara, serie mesofila del cerro, serie meso-termofila del cerro, serie del faggio con agrifoglio. A queste si collegano quattro edafoserie principali, determinate da peculiari situazioni edafiche che impediscono il raggiungimento del climax. Si tratta delle: edafoserie iperacidofila della sughera, edafoserie igrofila dell’ontano nero, edafoserie igrofila dell’ontano nero ed ontano napoletano, edafoserie mesoigrofila dell’ontano napoletano.
La vegetazione potenziale assume un notevole significato applicativo, in quanto permette di pianificare gli interventi di restauro ambientale e di riforestazione tenendo conto delle potenzialità del territorio.
Carta della naturalità della vegetazione
Nella valutazione della naturalità della vegetazione si è tenuto conto della posizione che ciascuna tipologia di vegetazione occupa nella serie dinamica di pertinenza. Una certa tipologia di vegetazione è tanto più naturale quanto meno è interessata da disturbo antropico e, quindi, tanto più prossima alla condizione di vegetazione climax. La distanza dal climax di una fitocenosi può essere quindi utilizzata per valutarne la naturalità.
Per definire l’indice di naturalità si è utilizzata una scala di valutazione con 6 valori, ampiamente utilizzata nella letteratura geobotanica: naturalità assente - molto bassa - bassa - media - elevata - molto elevata (Fig. 5).
Carta dell’uso del suolo
Ciascuna fitocenosi ha una utilizzazione agro-silvo-pastorale che viene evidenziata nelle carte dell’uso del suolo. La realizzazione di queste carte può essere fatta attribuendo a ciascuna fitocenosi una specifica categoria d’uso (es.: pascolo, fustaia di conifere, castagneto da frutto, ceduo di leccio, coltivo seminativo, incolto, ecc.). Al fine di standardizzare la legenda della carta dell’uso del suolo, si è fatto ricorso al sistema “Land Cover CORINE”, che è quello ormai più accettato nella stesura di carte dell’uso del suolo realizzate nei vari stati dell’Unione Europea(Fig. 6).
Carta degli habitat della direttiva cee 43/93
La direttiva CEE 43/92, recepita in Italia dal D.P.R. n. 357 del 09.09.1987, ha lo scopo di conservare e salvaguardare la biodiversità mediante l’adozione di misure necessarie per mantenere e ripristinare gli habitat naturali e seminaturali (zone terrestri e marine) e tutelare le specie di flora e di fauna selvatiche nel territorio della Comunità Economica Europea.
La carta degli habitat della direttiva CEE 43/92, è stata derivata dalla carta della vegetazione reale riclassificando le tipologie di vegetazione secondo il sistema tipologico degli habitat dell’Allegato 1 alla suddetta direttiva e descritti nello specifico manuale di interpretazione.
La carta degli habitat della direttiva CEE 43/92 evidenzia l’importanza assunta nel territorio dagli habitat prioritari 9210* - Faggete degli Appennini con Taxus ed Ilex.
carta degli habitat eunis
La classificazione degli habitat secondo il manuale EUNIS è nata allo scopo di facilitare e rendere omogenea la descrizione e la raccolta di dati sugli habitat presenti in Europa, servendosi di un criterio standard per la loro identificazione. La classificazione degli habitat EUNIS costituisce un sistema integrale di classificazione più comprensivo, valido per tutta l’Europa e non solo per gli stati membri dell’UE, che copre tutti i tipi di habitat, sia naturali che artificiali, sia terrestri che delle acque dolci e salate.
Per la realizzazione della carta degli habitat EUNIS si è proceduto come per la carta della direttiva CEE 43/92.
conclusioni
In vista della prossima istituzione del Parco Regionale dei Monti Mancuso, Reventino e Tiriolo, il presente studio ha voluto fornire le basi scientifiche per una lettura del territorio finalizzata ad una gestione sostenibile del territorio e alla individuazione di ambienti e fitocenosi di maggior pregio naturalistico o particolarmente fragili da includere in programmi mirati di protezione.
Sul Monte Mancuso sono generalmente considerate di grande interesse turistico le aree rimboschite con pino calabro e con conifere esotiche che hanno scarso valore naturalistico, per la monotonia degli impianti spesso realizzati senza seguire specifici criteri scientifici.
L’analisi effettuata evidenza come siano le formazioni forestali naturali, ad assumere un elevato valore naturalistico. In particolare le faggete rappresentano uno degli habitat di maggior valore per la peculiare e ricca flora nemorale che ospitano; esse sono inoltre un habitat prioritario ai sensi della direttiva CEE 43/92. Particolare rilievo assumono i limitati lembi di boschi misti di faggio ed abete bianco e gli ambienti rivulari all’interno dell faggeta, dove è presente, l’endemica calabrese Lereschia tomasii.
Alle quote meno elevate, le cerrete e, ancora più in basso, i querceti sempreverdi, costituiscono habitat di estremo valore naturalistico per la biodiversità che custodiscono.
Sulle formazioni forestali, oltre regolamentare il taglio ed a controllare gli incendi, dovrebbero essere avviati specifici piani di intervento in modo da restaurarne le parti degradate e ampliarne le superfici, pur nel rispetto delle tradizioni agricole locali.
Complessivamente, nell’area di Monte Mancuso bisognerà prestare particolare attenzione nei riguardi di alcuni siti di particolare pregio naturalistico, per le peculiarità floristiche e vegetazionali ad essi correlate:
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faggete di Monte Mancuso e Monte Castelluzzo;
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faggete con Abies alba presso Fosso Cerasuolo;
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leccete lungo il torrente Bagni;
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vegetazione riparia dei torrenti Zinnavo e Tridattoli e del Torrente di Falerna;
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vegetazione igrofila delle sorgenti della fascia montana;
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stazioni di Chrysosplenium dubium e Lereschia tomasii nelle faggete di Fosso Cerasuolo;
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stazioni di Cardamine battagiae sulle pendici di Monte Mancuso;
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boschetti di agrifoglio in località Domenicani;
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esemplari secolari di Quercus crenata .
Sarà compito del futuro Parco tutelare insieme ai beni naturalistici quelli storico-artistici, archeologici e culturali, che derivano da secoli di interazione e reciproco rispetto fra le popolazioni locali e l’ambiente che le circonda.
Domenico CARIDI (*),Giovanni MAIORCA (**), Giovanni SPAMPINATO (***).
(*) ARSSA – Settore S.T.S. – S.I.T.A.C.– Via degli Arconti, 2 - Reggio Calabria. e-mail: micaridi@tin.it
(**) ARSSA – Settore Divulgazione, Viale Trieste n. 93, 87100 Cosenza. e-mail: hemeridianum@tiscali.it
(***) STAFA - Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. e-mail: gspampinato@unirc.it